Nella conferenza stampa al termine del Cdm che ha dato il via alle nuove norme il guardasigilli Carlo Nordio ha detto che sta arrivando una stretta sugli usi distorti dell’intelligenza artificiale. Ecco infatti che “chi diffonde senza il consenso video o immagini alterate con la IA, cagionando un danno ingiusto, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni“. E ha detto ancora che “l’aspetto penale può essere devastante perché può creare una realtà che non è più virtuale ma reale”.
Al di là degli spetti giuridici, il ddl varato scandisce il regolamento europeo AI Act: disciplina il diritto d’autore, l’ingresso della IA nella sanità, definisce chi elabora la strategia, e cioè Palazzo Chigi, fissa chi controlla e sta all’erta: l’Agenzia per l’Italia digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che si trasformano in Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale. Oltre a ciò, per invitare gli esperti, allarga le agevolazioni fiscali per chi torna in patria avendo lavorato all’estero sull’Intelligenza artificiale.
Volendo andare nel dettaglio, la norma illustrata dal Ministro della Giustizia prevede che “chiunque cagiona danno ingiusto a persona inviando, cedendo, pubblicando o diffondendo senza il suo consenso immagini, video o voci alterati o falsificati mediante l’impiego di sistemi di Intelligenza artificiale e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.