L’Università di Padova ricorda Giulia Cecchettin con un’iniziativa di incontro e ci sarà a Vigonovo la musica del pianoforte di Paolo Zanarella. A distanza di un anno, in attesa della sentenza del 3 dicembre per il suo assassino Filippo Turetta dicembre, è arduo riuscire a fare una mappa di tutte le – oiù di cento – iniziative pubbliche e private che ricordano il suo nome e che si pronunciano contro la violenza sulle donne, un fenomeno i cui numeri rimangono da vera emergenza.
Il suo viso è immortalato anche in tanti murales, come quello che si vede a Milano e che ha ispirato la copertina del libro ‘Cara Giulia‘, una lettera d’amore di un padre a una figlia. Oltre a ciò, ci sarà un cortometraggio, la dedica di centinaia di lauree, più di trenta panchine rosse, intitolate a lei, diffuse in tutta Italia. In verità nessuno ha dimenticato Giulia Cecchettin e a un anno dal femminicidio la sua storia continua a vivere nel ricordo non solo di chi l’ha amata, ma anche in chi non l’ha mai conosciuta. Un lutto privato si è trasformato in un movimento collettivo contro il patriarcato.
Giulia Cecchettin ha dato il nome anche a una Fondazione, sostenuta dall’aiuto di tutti, destinata a promuovere la formazione della giusta affettività nelle scuole e per contribuire a sostenere progetti per la lotta alla violenza di genere. Negli ultimi cinque mesi, la sua pagina Instagram conta quasi 14.000 follower – la cui età media è fra i 25 e i 34 anni – e riceve ogni giorno una cinquantina messaggi che propongono iniziative o manifestano la loro solidarietà.