Giorgia Meloni dal palco di Azione risponde a quelle che chiama “interpretazioni” della sua intervista al Financial Times: “Non so cosa abbiano letto, io voglio lavorare per rafforzare e difendere l’unità dell’Occidente“. Quanto alla sua presenza dal partito di Calenda chiarisce: “Non sono qui per sostituire alleati“. Nel frattempo Elly Schlein continua a criticare la premier sul rapporto con gli Stati Uniti e le dichiarazioni in merito. La segretaria del Pd ha dichiarato: “Per non riuscire nemmeno a dire a Trump che sbaglia, Meloni relega l’Italia al margine in Europa“.
E continua: “La cosa più assurda è che Meloni sostenga che non ci siano alternative tra essere talmente asserviti a Trump da non riuscire nemmeno a criticarlo, e rompere l’alleanza uscendo pure dalla Nato. L’alternativa c’è eccome: è fare un salto in avanti nell’integrazione e nell’autonomia strategica europea, superando l’unanimità, reagendo insieme ai dazi, facendo un grande piano di investimenti comuni per l’industria, il sociale e le transizioni, e costruendo una vera difesa comune. Ma capisco che per motivi ideologici faccia fatica a dirlo, come lo spiega a Orban? Così le contraddizioni dei nazionalisti le pagheranno le imprese, i lavoratori e le famiglie del nostro Paese”.
Oltre a ciò la leader dem ha sostenuto che “un governo che non ha altri argomenti sulla politica estera se non attaccare l’opposizione è un governo improvvisato”. E ancora: “Da settimane è in stato confusionale, con i litigi quotidiani tra Tajani e Salvini, senza un profilo chiaro sulle scelte di politica europea e internazionale. Non riescono a dire una parola a favore di una difesa comune europea, ma nemmeno a condividere una posizione sul piano di riarmo proposto. Sono uniti solo nell’abbassare la testa di fronte agli attacchi e ai dazi di Trump all’Ue. Con Meloni che minimizza e invita alla calma e Tajani che invita a importare di più dagli Usa”.