Autonomia differenziata, via libera al referendum dalla Cassazione

Consiglio dei Ministri

La Cassazione ha concesso il nihil obstat al referendum che richiede l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Ne consegue che l’Ufficio centrale della Suprema Corte ritiene legittima la domanda di abrogazione. L’ordinanza della Cassazione arriva dopo il pronunciamento della Consulta che aveva, fra le altre cose, valutato come “illegittime” certe disposizioni dello stesso testo legislativo. L’ultima parola spetta ora di nuovo alla Corte Costituzionale.

In effetti l’ufficio della Cassazione che ha in seconda battuta esaminato regolarità e legittimità alla luce delle motivazioni della Consulta ha valutato e considerato che “il quesito di abrogazione totale” della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata “deve avere corso pur dopo la pronuncia numero 192/2024 della Corte Costituzionale”. La Corte di Cassazione ha dichiarato conforme a legge anche la richiesta di referendum sul “dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”.

Infine, con separate ordinanze depositate il 12 dicembre, l’Ufficio Centrale ha dichiarato conformi a legge la richiesta di referendum abrogativo o parzialmente abrogativo su certi punti del Jobs act (“Contratto di lavoro a tutele crescenti – disciplina dei licenziamenti illegittimi”; “Piccole imprese- Licenziamenti e relativa indennità”; norme in materia di “apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”) e sugli appalti (“esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici).

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