Gli aderenti al Movimento 5 Stelle hanno preso la decisione di abolire la figura del garante, finora ricoperta dal fondatore Beppe Grillo. A favore ha votato il 63,24%, contrari il 29,09%, mentre il 7,67% si è astenuto. Cambiato anche il limite dei due mandati: favorevole alla novità il 72% dei votanti. Sono passate con più del 50% dei voti tutte le opzioni di revisione della regola, tra cui l’elevazione del limite a tre mandati e la deroga alla candidatura di sindaco e di presidente di Regione.
E dunque è stato confermato il nuovo corso del Movimento e sono state approvate tutte le proposte di Giuseppe Conte, incluse quelle sulle quali l’ex premier aveva condizionato la sua permanenza ai vertici del M5S: la conferma di un orientamento progressista e favorevole alle alleanze con altre forze politiche.
Conte ha detto: “Abbiamo pensato questa Costituente per tracciare una nuova rotta, per ascoltare la base, voi iscritti che non ci avete mai lasciato a dispetto delle scissioni e dei tradimenti di qualcuno che aveva contribuito al sogno. Noi rispondiamo con più partecipazione. Il fuoco è vivo, non si è spento, è sempre dentro di noi, il M5s non sarà mai una timida brezza, ma un vento forte”
C’è stato un riferimento anche a Beppe Grillo: “Non mi sarei mai aspettato che il garante si mettesse di traverso ed entrasse a gamba tesa. Un garante che ci ha detto da subito e lo ha ripetuto con pec e video che ci sono alcune cose di cui potete discutere e altre no. Questo ha creato un cortocircuito“.
La collocazione del Movimento 5 Stelle sarà quello di forza progressista indipendente (così ha votato la maggioranza, il 36,7%): “sul presupposto che, in opposizione alle forze di destra, esiste un ampio spazio politico, progressista, legittimamente occupato dal Movimento, forza autenticamente democratica e pacifista, non riducibile solo alle più tradizionali forze di sinistra”, si legge nella domanda che ha avuto il maggior numero di voti.
Oltre a ciò Conte ha evidenziato: “Parliamo di alleanze: per noi non è un dato precostituito, prepolitico. Ma sono e saranno sempre non un fine, ma un mezzo per cambiare la società, combattere battaglie giuste”. Poi ha citato la segretaria Pd Elly Schlein, che si dice “testardamente unitaria”: “Siamo testardamente orientati a cambiare la società. Siamo disponibili a sporcaci le mani e a confrontarci, ma ci sarà intransigenza sulla legalità e sull’etica pubblica. Non saremo mai su un ramo a dire noi siamo i migliori”.
Il 72,08% dei votanti ha dato il via libera alla modifica della regola del doppio mandato. Per il 79,29% si può consentire in deroga per la candidatura di sindaco o presidente di regione; per il 67,20% il limite è elevato a tre, per il 54,93% il limite è applicato limitatamente a ciascun livello istituzionale, e ancora per il 70,61% è possibile ricandidarsi dopo una pausa di cinque anni, per il 66,50% il calcolo deve tener conto solo di quelli portati a termine, per il 74,96% ci può essere la possibilità di deroghe da sottoporre a voto dell’assemblea e per ultimo per il 64,82% si possono eliminare i limiti per il livello comunale.
Infine il presidente del M5S, commentando i risultati dal palco, ha dichiarato “Sul limite dei due mandati l’indicazione è chiara, ne terremo presente per formulare una proposta che voi voterete. Il segnale chiaro che ci avete dato è valorizzare le esperienze e le competenze, vi siete stancati di lottare ad armi impari con le altre forze politiche”.