Un’informativa del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Varese recita che la portata di quanto acquisito con le attività tecniche poste in essere “è vastissima ed il materiale è ingente, soverchiante, per mole e contenuti”. La nota è allegata agli atti dell‘inchiesta sul presunto dossieraggio illecito che ha condotto a quattro arresti domiciliari e a una sessantina di persone indagate in tutto.
Evidenziano gli inquirenti che quanto emerge costituisce “un quadro inquietante fatto di connessioni e rapporti oscuri che permetteranno di aggiungere tasselli importanti a vicende che hanno segnato la storia recente del nostro Paese”. Intanto a tutt’oggi non c’è stato modo di avere il riscontro diretto e sicuro della violazione, in termine di ‘accesso abusivo da postazione fantasma’, al Ced Interforze, tuttavia “sono state raccolte conversazioni, anche ambientali ed elementi indiziari che lasciano presagire che in una qualche forma la violazione si sia realizzata”.
L’accesso ai dati del Ced Interforze e delle banche dati strategiche nazionali “è una miniera d’oro per gli advisor ma è anche di tipo ‘politico’ in quanto permette di ottenere armi informative e di ricatto; ricatto che si manifesta spesso sotto forma di accordi privatistici ed extragiudiziali”. E ancora “la connessione alla backdoor e l’esfiltrazione avverrebbe con la complicità e l’ausilio di altri soggetti tutt’ora non identificati” ma comunque collegati ad aziende che si incaricano della manutenzione del Sistema d’informazione Schengen.